Mi diverto un sacco a guardare le gare di  Minicross. Sarà che non ho avuto occasione di praticarlo da piccolo o solo perchè i min rider sono troppo teneri mentre, concentratissimi, danno gas sulle loro mini belve con il casco gigante in testa.

Tuttavia, col senno di un ragazzino ormai cresciuto,  mi trovo a pensare che se fossi bambino oggi ringrazierei i miei genitori se non mi facessero fare minicross. Perchè? Perchè probabilmente crescerei male.

Il minicrossista ‘tipo’ di oggi non ha rispetto per nessuno, né dentro né fuori dalla pista. Mi immagino il motocross come ‘famiglie felici e sport’, invece alle gare (anche di basso livello) c’è un clima di tensione. Qualcosa non va, ma basta trascorrere qualche ora nel paddock per capire da dove viene il problema: dai genitori.

Analizzando la figura P.D. M. D. M. (Padre di Merda del Minicrossista) mi sono reso conto che paradossalmente alcuni padri, i peggiori della tendopoli, del MX non sanno nulla! I classici zarri che fanno le penne dietro casa fino a 30 anni e se li incontri per strada a 40 ti dicono che da giovani facevano Motocross.  Proprio perchè fuori dall’ambiente essi hanno davvero poco da insegnare al figlio, sia della filosofia di questo sport sia tecnicamente, nonostante si sentano grandi trainer e manager.

Penso alle scene a cui ho assistito nel 2013: mai visto un bambino fermarsi perchè è stanco o non ha più voglia di girare  e il papà urlargli incazzato di tornare subito in pista minacciandolo? Più volte.

Non vi è mai capitato di sentire nel paddock “non devi farlo passare, piuttosto lo butti giù!”

Avete mai visto il papà cronometrista dire tempi totalemente errati al figlio e ai suoi amici in allenamento? Più volte.

Hai mai visto un minicrossista mandare a “quel paese” (in realtà si tratta proprio di mandare affanculo) sua madre? Più volte. Apro parentesi, mio padre se mi fossi azzardato mi avrebbe lanciato una raffica di schiaffi di quelli che immediatamente capisci tutto, il padre tipo di oggi invece se la ride con gli amici o non da peso alla cosa, in fondo sono lì per vincere non hanno tempo per queste cazzate.

E le discussioni, per non dire risse, tra genitori? Non ci siamo…

E’ palese quale sia l’approccio di questi genitori al Motocross: “creare un campione.” Non importa che persona diventerà, o se si diverte, basta che vada forte. Spesso poi sono i genitori stessi a perdere il contatto con la realtà, investendo tanto tempo e troppi soldi su un bambino che obiettivamente è un pesce su due ruote e non combinerà mai niente. Quindi, al di là delle doti più o meno evidenti del pilotino, non stiamo esagerando? 200mq di paddock per ogni bambino, moto kittatissima, camper personalizzato, carrello personalizzato e tutta la famiglia con la felpa con il nome del baby fenomeno ricamato. Non rischiamo di gasarlo troppo sto bambino, e soprattutto: è davvero così che si crea un pilota vincente?

La mia più che una considerazione, non essendo stato minicrossista e non avendo ancora figli (almeno non che io sappia), è una domanda che rivolgo a voi.

Questa non è una critica a tutti i genitori, ci sono super famiglie in cui il mini scatenato ogni volta che scende dal suo mini mezzo ringrazia con un sorriso a quindici denti i suoi genitori, a loro volta ripagati di tutto con quel gesto. Questo articolo è scritto perchè questa scena deve vedersi più spesso. Vogliamo future manette non futuri M.D.M.*!!!

* M.D.M.= Motocrossista Di Merda

Foto credit: MPORA