Durante una Youtube session mi sono imbattuto in un video, la run vincente degli X Games di San Francisco nel 2000, tredici anni fà.
Quell’anno un sedicenne americano di nome Travis Pastrana vinceva la sua seconda gold medal in sella alla sua Suzuki RM 125 2t shokkando il mondo del FMX per i suoi trick esagerati. Sì, esagerati… per l’epoca!
A quel ragazzetto ora è cresciuta la barba ma non ha mai smesso di alzare l’asticella del FMX (sta lavorando sul triplo backflip!) e ha sempre cercato nuovi modi senza logica di divertirsi. Guardate bene il video.
Impressionante vero? Neanche una rotazione, zero backflip, frontflip e co., solo quello stile da pischello ribelle che sale sulla moto e improvvisa, quello che ti aspetteresti dal bulletto di paese con le Marboro nel risvolto della maglia che sale sul suo vecchio CR e prova a fare colpo sulla squinzietta di turno. Quello stile che noi ora chiamiamo old school insomma.
Per capire meglio cosa era e cosa è oggi il freestyle motocross vediamo a distanza di un decennio quali trick bisogna buttare oggi nella run per vincere un evento come gli X Games.
Il video che segue è la run di quel jappo fulminato di Taka Higashino con cui ha vinto l’oro agli X games di Los Angeles 2013. Check it out.
Assurdo.. Sconvolto dalla differenza, terminato il video ho deciso di chiamare Carletto ( Carlo Caresana, amico e compagno di sbrappate nelle piste italiane), professione FMX pro rider.
Gli ho urlato “Carlo cazzo guardati sti due video che ti ho mandato in privato su Facebook! Voglio un tuo commento!”
Questo è quello che pensa una persona che delle rampe in ferro ha fatto un mestiere: CC “il freestyle si è evoluto, come è giusto che sia. Prima un freestyler era uno fuori di testa, uno come Pastrana che faceva qualsiasi cosa gli venisse in mente. Era un fuoriclasse capace di tutto. Basta guardare che fa lazyboy su un salto di 10m!! Hahahhaha! Ora è diverso i trick sono molto piu rischiosi e hanno bisogno di immenso lavoro e tecnica per una esecuzione corretta. Non è più solo un divertimento come poteva essere prima, quando un pilota faceva i numeri solo per divertirsi e divertire…. ora e una disciplina, uno sport rischioso e molto tecnico che necessita di un sacco di allenamento e preparazione” e conclude con “cazzo!”
Effettivamente all’epoca il freestyle colpiva più per l’idea che rappresentava, ovvero fare i matti su una moto da mx. Ora gli stessi trick che faceva Travis li vedo fare in settimana da Carlo in allenamento e anzi, molto più puliti. Siamo nel 2013 e freestyle non è più una novità, come dice Carlo è una disciplina che conserva il suo lato di follia più puro al quale si è aggiunto il lato di preparazione fisica durissima che ha portato questo sport ad un livello così estremo. Troppo estremo? Troppo rischioso? Non entro nel merito, mi limito a rimanere a bocca aperta come dieci anni fa.
Il titolo “Come non eravamo” è liberamente ispirato a Maccio Capatonda
2013.09.27 @ 3:02pm
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